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26 juillet 2011 2 26 /07 /juillet /2011 13:31

Il m’a fallu vivre la bagatelle de 56 ans pour comprendre que ceux qui se prennent au sérieux ne sont pas sérieux.

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26 juillet 2011 2 26 /07 /juillet /2011 13:26
Il primo genitore che scopro a far bere bevande gassate e bevande di origine industriale ai propri figli lo denuncio per maltrattamenti all'infanzia! :-) E posso essere ancora piu' severo con quelli che incoraggiano il consumo di merendine.
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26 juillet 2011 2 26 /07 /juillet /2011 13:08

Mi domando perche' la maggior parte dei film racconta in un'ora e mezzo (quando tutto va bene) una storia che si puo' raccontare (e meglio) in quindici minuti.

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23 juillet 2011 6 23 /07 /juillet /2011 13:13
Aggiornamento sulle condizioni del tempo in Europa Centrale: trentotto gradi con nuvole che promettono piogge amazzoniche. Probabile invasione di coccodrilli. Si raccomanda di chiudere i coperchi dei WC e di tappare caditoie e chiusini. Per questa notte invece, sul Mediterraneo, attese correnti di origine artica e gelate. Probabile invasione di orsi bianchi a caccia di foche.
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21 juillet 2011 4 21 /07 /juillet /2011 13:41

Siete a casa e state aspettando una telefonata importante che tarda ad arrivare? Fate come me: andate sotto la doccia, insaponatevi ben bene e ... la telefonata arrivera'.

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19 juillet 2011 2 19 /07 /juillet /2011 13:25

Ed io che pensavo che gli animali domestici fossero cani, gatti, equini di vario tipo, bovini, ovini, suini, conigli, topi, lucertole, salamandre, rane, colombi, gazze, tortore ed uccellini di varia specie! E' bello vedere invece il nostro territorio domestico condiviso con nuovi abitanti: faine, martore, cicogne (si moltiplicano i nidi sui pali della luce), gufi, istrici e volpi. E pure scoiattoli. Solo che questi vigliacchetti (gli scoiattoli dico) non si fanno vedere, ma i gusci vuoti di noci sparsi da tutte le parti testimoniano che stanno nelle vicinanze.

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17 juillet 2011 7 17 /07 /juillet /2011 09:34

Sei profili di italiani del ventesimo secolo, tre generazioni (da un mio album).

 

1911: L’Avventuriero. Un mio bisnonno mette la firma, insomma parte come volontario nella guerra di Libia.  E’ figlio unico di madre vedova, ha una giovane moglie, tre figlie e non e’ mai andato al di la’ di Bari, diciassette chilometri in treno dalla cittadina in cui e’ nato. “Ci voleva la guerra per farmi conoscere il mondo, viva la guerra”, dice agli amici, alla madre disperata ed alla moglie sotto sotto contenta prima di uscire di casa per raggiungere un treno militare che lo portera’ al porto di Napoli. E’ eccitatissimo. Tornera’ sano e salvo e si divertira’ a raccontare balle alla famiglia ed agli amici: storie di azioni di guerra coraggiose e di misteriose donne arabe.

1932-1965: L’a-fascista. Uno dei miei nonni, comandante di navi passeggeri nel Mediterraneo, ha preso la tessera del PNF. Nella sua posizione non ci sono alternative: o si accetta di andare in giro con il distintivo sul bavero della giacca oppure altro che comandante. Al sabato, quando nella sua citta’, deve andare alle adunate ed indossare la camicia nera, ma per lui e’ come quando da bambino alle elementari doveva indossare il grembiule. Non gli piace la camicia nera, non gli piaceva il grembiule, non gli piacciono le uniformi (a parte quelle della Regia Marina dove aveva fatto il servizio militare da giovane e quella sua di comandante). “Mi sta male”, dice, mentre la moglie lo aiuta ad indossare la camicia, “ma che buffonate!”. Dopo la seconda guerra mondiale votera’ per i monarchici.

1932-1967: L’antifascista. E’ un bell’uomo, secco, alto, occhi azzurri e lunghi capelli neri brillantinati (tutto il contrario di come sono io). Ha un diploma di licenza magistrale ma non ha fatto in tempo a diventare maestro. Socialista “rivoluzionario” con inclinazioni anarchiche ha sposato una donna molto pia, che passa il tempo a pregare per la sua redenzione e a controllare che non frequenti cattive compagnie. Maestro non e’ diventato perche’ non ha voluto prendere la tessera, anzi ha detto a destra ed a manca che sulla tessera ci sputa sopra. Niente posto fisso dunque, ma un lavoro da rappresentante di commercio che gli permette di vivere piu’ che decentemente ed anche di aiutare i compagni piu’ poveri a pagarsi avvocati. Quando Mussolini visita la citta’ dove vive e’ nella lista di quelli che il Prefetto fa mettere per precauzione per un paio di giorni in cella, il tempo che il duce se ne vada e che i gerarchi locali si calmino. Dopo la guerra vota Nenni, fino a quando i socialisti non decidono di allearsi con la democrazia cristiana: “traditori!”.

1934-1940: Il fascista. Da un punto di vista fisico, questo mio lontano zio e’ il contrario del precedente: basso e tarchiatello, muscoloso e con pochi capelli. Sempre in camicia nera. E’ nella milizia e come membro della milizia va a combattere in Abissinia, il posto dove per sostenere le spese di una guerra coloniale tardiva l’Italia, la povera Italia, si dissangua. Quando la guerra di Abissinia finisce rimane per qualche mese ad Addis Abeba dove s’improvvisa commerciante di  generi alimentari. Non ha soldi per pagare regolarmente i fornitori, ma una nuova missione lo salva: adesso c’e’ la guerra in Spagna ed un bravo membro della milizia deve essere li’ (e che importa se la milizia di operazioni militari capisce poco e niente?). In Spagna ci resta fino alla vittoria dei franchisti. Di questi ultimi dice che non si fida: “non sono veri fascisti, sono servi dei preti”. Morira’ qualche giorno prima dell’”ora delle decisioni inderogabili”.

1940-anni del boom (ed oltre): Lo studente. E’ nato giusto dieci giorni prima della marcia su Roma, e neppure immagina che esistano Paesi dove da bambini non si e’ figli della lupa e da adolescenti avanguardisti. Adora lo sport, specialmente l’atletica. Per questo adora il fascismo, ma anche perche’ lo ha mandato ogni anno in colonia, al mare, cosa che suo padre, cresciuto in una famiglia povera e numerosa nell’Italia liberale, non aveva visto neanche col telescopio. Oltre allo sport adora la mamma. Quando scoppia la guerra va alla leva con i libri sottobraccio ed i calzoni corti. Poi alla scuola allievi ufficiali, per entrare in cavalleria. Lo mandano a Nizza. Lui sulla Promenade des Anglais, lui che fino ad allora aveva sempre pensato che la passeggiata a mare piu’ bella del pianeta fosse il lungomare di Taranto. Siccome era stato un buon studente di francese e la timidezza non sapeva neanche dove abitasse si da’ da fare ad abbordare le ragazzine del luogo, ma queste al nemico occupante non danno la minima confidenza. Dopo lo sbandamento raggiunge l’Italia, ma e’ l’Italia del Nord, dove tedeschi e repubblichini reclutano con la forza i militari del Regio esercito. Non si presenta non perche’ sia diventato improvvisamente antifascista ma perche’ ha fretta di tornare dalla mamma al Sud. Viene beccato e messo su un treno merci, destinazione Germania. Sul treno ci sono pero’ anche antifascisti veri, e cosi’ capita che in una stazioncina della Lomellina i ferrovieri locali aprano i sigilli dei vagoni per far scappare tutti.  A treno ripartito un salto a terra e via. Si laurea dopo la guerra. A trentun’anni si fa la Vespa, a trentacinque l’automobile, a quaranta compra una nuova casa (grande). “La politica non la capisco e non mi interessa” e’ il suo motto.

1940-anni del boom (ed oltre): Lo studente modello. Questo qui, fratello maggiore del precedente, e’ uno tosto. Si sposa giovanissimo, e’ iscritto all’Universita’. Ma con la guerra non lo mandano in Costa Azzurra, lo mandano in Russia. Prima della guerra era stato uno studente modello, voti eccelsi e partecipazione ai Littoriali. Se non ci fosse stata la guerra sarebbe molto probabilmente entrato in quella cerchia di giovani intellettuali che il regime blandiva per averli come propagandisti. Insomma nei GUF, che poi sarebbero invece diventati una fucina di intellettuali antifascisti. Dalla Russia, dopo la sconfitta, torna in Italia un po’ a piedi un po’ con mezzi di fortuna. Racconta che lui ed i suoi commilitoni per difendersi dal freddo bevessero benzina. Non e’ l’unico ad aver raccontato questa storia, e non so se questa storia sia verita’ o leggenda. Nel dopoguerra fa carriera nella burocrazia, diventa quello che si dice un Grand Commis dello Stato. Da pensionato passera’ le giornate a scrivere lettere ai giornali di mezza Italia, mentre qualche partito della sinistra, sapendo che anche i Grand Commis hanno un cuore e che il suo batte a sinistra (anche se non lo da’ tanto a vedere), lo vorrebbe impegnato come assessore o magari Sindaco della sua cittadina di origine. Ma lui non accettera’ mai: per lui c’e’ spazio solo per la sua nuova passione, scrivere lettere ai giornali.

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13 juillet 2011 3 13 /07 /juillet /2011 15:47

Scrive Chiara Boni: " C'e' spesso molto più stile tra i comuni mortali che di moda non sanno nulla che nel parterre di una sfilata. Perché stile e' un modo di comportarsi, di porgersi e di essere; e' la superficie che riflette la sostanza, e ' l'estetica che si fa etica: una conquista rara, che spesso sfugge ai radar. Ecco, forse la definizione, labile ma precisa, finalmente l'abbiamo: la moda urla, lo stile sussurra. Shhh!" Sottoscrivo.

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13 juillet 2011 3 13 /07 /juillet /2011 15:30

Lea, felina di piccola taglia che ha da poco compiuto quattro anni e che vive con me, e' impegnata in un'operazione culturale davvero ambiziosa. Sta scrivendo un'Enciclopedia del Mondo Animale in tre volumi. E' a buon punto: e' arrivata alla lettera "U" e sta scrivendo la voce "Umani". Approfittando di un momento di sua distrazione :-) sono andato a sbirciare fra i suoi appunti ed ho scoperto questo testo (per carita' non riferitele che ho fatto questo, altrimenti il minimo che rischio e' un graffio sulla palpebra!). "Umani. Meglio noti come 'donne ed uomini', gli umani appartengono alla specie dei primati, alla stregua di scimmie e lemuri. Rispetto a questi ultimi si distinguono pero' per una relativa facilita' di addomesticazione, ma soprattutto per la loro capacita' di preparare e servire pasti caldi, nonche' di offrire carezze quando richiesti. Inoltre, hanno sviluppato una notevole capacita' di costruire comode tane che possono essere agevolmente adottate come dimore permanenti anche da noi felini. Nel loro gergo, tali tane sono chiamate "case", "appartamenti" ovvero "ville". All'interno delle tane si trovano anche luoghi confortevoli detti "poltrone", "divani", "letti", "armadi" dove potrete riposare in agiatezza. Si trovano anche drappi in tessuto detti "tende", dove potrete affilare i vostri artigli. Si consiglia pero' di farlo con attenzione, scegliendo per il manicure ed il pedicure le ore in cui gli umani riposano per evitare incomprensibili rappresaglie. Ammesso che riposino (gli umani dormono molto poco, al massimo dieci ore al giorno). Gli umani non sono, in generale, pericolosi ma si consiglia di stare alla larga dai loro cuccioli,  per via della loro spontanea tendenza a prendere le altre specie animali per la coda. I cuccioli degli umani sono detti "Bambini" o "Bimbi". Quando sentite queste parole correte via, puo' essere in pericolo la vostra sopravvivenza. Tenete anche presente il fatto che gli umani consentono ai loro cuccioli qualsiasi tipo di nefandezza, inclusa quella di offrirvi "merendine" (attenti: si tratta di generi alimentari piu' pericolosi dei croccantini!). Tra i pericoli della coabitazione con gli umani non va passata sotto silenzio la loro inclinazione a sviluppare buone relazioni con altra specie animale, quella dei 'canidi". Trattasi di animali rumorosi e costantemente pronti alla rissa. Se ve ne imbattete, fate finta di niente e proseguite per la vostra strada. Non rubate il cibo dei canidi: fa schifo e puo' causare conati di vomito, diarrea e persino ... tubercolosi! (Gatto avvisato mezzo salvato).

 

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5 juillet 2011 2 05 /07 /juillet /2011 16:19

Enjoy your life! Please forget hamburgers, hot-dogs, fried chicken and chips and similar bullshit. Try Caprese dressed with extra-virgin olive oil and always take on your hand freshly baked bread. Avoid Coke, Fanta, Sprite and any industrial drink. Enjoy wine and natural mineral water and teach your children to do so.

 

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Latitudini &Amp; Longitudini

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