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18 novembre 2013 1 18 /11 /novembre /2013 20:33
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17 novembre 2013 7 17 /11 /novembre /2013 18:52
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17 novembre 2013 7 17 /11 /novembre /2013 18:51
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11 novembre 2013 1 11 /11 /novembre /2013 08:02

 

 

Sentite questa. Qualche giorno fa mi telefona un conoscente (lui si definisce come mio amico): „ti invito a cena stasera, porta la tua compagna, ci divertiremo. Mi raccomando, sii puntuale, alle nove e mezzo saremo tutti li’“.

Accetto con piacere (adoro stare in mezzo alla gente) e come da patto alle nove e mezzo io e la mia compagna  siamo „li’“. L’anfitrione no. „Il traffico gioca brutti scherzi“ questa e’ la scusa che avanzo nei confronti della mia compagna che, per origine geografica e formazione familiare e’ un po’ (troppo) austro-ungarica e per questo detesta chi arriva in ritardo agli appuntamenti. Nel frattempo, per ingannare il tempo, ordiniamo una mezza bottiglia di vino bianco accompagnata da un po’ di olive brune.

Il conoscente che si autodefinisce come mio amico arriva alle dieci e un quarto, giusto quando stiamo per svenire per la fame e con lo stomaco pieno solo di vino e pane. Arriva accompagnato da due sgallettate di una quindicina d’anni (anzi, di piu’) piu’ giovani di lui.

Fra gli invitati al desco non ci siamo solo io e la mia compagna, ma anche altri. L’anfitrione e’ raggiante e comincia il suo comizio, che e’ poi un discorso da osteria, sul male che la pubblica amministrazione (lui la chiama „burocrazia“ pensando di usare provocativamente un termine a connotazione negativa, evidentemente non ha mai letto Max Weber) crea nell’economia e nella societa’. Con le sgallettate che pendono dalle sue labbra.  A seguire un predicozzo sulla natura perversa della classe politica, chiuso con la rivelazione della serata: „ho votato per i cinque stelle“. Restiamo in silenzio ad ascoltarlo, anche se non proprio convinti. Finche’ non arriva a sentenziare che „la burocrazia non crea valore aggiunto“. Sto per svegliarmi e sono tentato di fargli una lezione di economia, ma invece preferisco consultarmi con un incrocio di occhiate con la mia compagna per decidere di tornare a casa.

Ah, dimenticavo: il conoscente e’ uno che ha messo su un’azienda che fabbrica barattoli.  Grazie a incentivi statali che hanno l’effetto di remunerare il suo lavoro e coprire le inevitabili perdite della sua azienda. Ma le due sgallettate non lo sanno, o fanno finta di non saperlo

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9 novembre 2013 6 09 /11 /novembre /2013 09:37

stas e’ nato il 25 Dicembre, giorno di Natale anche per la Chiesa Ortodossa autocefala greca, come per la Chiesa Cattolica. Il 25 Dicembre del 1982. Mancano dunque poche settimane al suo trentunesimo compleanno. Come piu’ della meta’ dei suoi coetanei stas non ha un lavoro regolare. Nel suo caso, neppure uno di quelli molto precari.

E’ orgoglioso di un aggeggio multimediale (non saprei come altrimenti definirlo) che gli hanno regalato per il suo trentesimo compleanno, poco meno di un anno fa. „Costa trecentoquindici (315) Euro“, mi fa, per sottolineare che in mano ha una cosa che vale. Prendo in mano „la cosa che vale“ e vado direttamente al punto, cioe’ alla rubrica dei contatti. Poverissima, conto 23 contatti, il che significa che ci sono solo i numeri di telefono di mamma-telefonino, papa’-telefonino, sorella-telefonino, casa-fisso e di una cerchia ristretta di amici. Rispetto il diritto alla privacy e non eccedo, ma cliccando su diverse icone realizzo che e’ pieno di contenuti scaricati e di un gran numero di applicazioni. Di contenuti prodotti quasi zero. Conclusione: Kòstas nel mondo di oggi e’ uno spettatore, non un attore. Gli mostro il mio elementare talk-phone, una cosa che serve per telefonare, ricevere telefonate e mandare e ricevere e-mail e SMS. E’ uno strumento che mi conviene, leggerissimo e non sfondatasche. Mi piace. A Kòstas no. Mi guarda con un sorriso tollerante, come quello del figlio che pensa che il padre sia assolutamente inadatto a sopravvivere nel mondo di oggi.

La rubrica sul mio portatile ha 677 contatti, contro i 23 di quella di Kostas.  Certamente una cosa e’ avere trent’anni altra quasi sessanta, ma la differenza tra la ricchezza della mia rubrica e la poverta’ della sua, al netto di quella dovuta alla differenza di eta’, la dice lunga. Lui consuma, io ho basi (numero di contatti, cioe’ di relazioni) necessarie per essere un produttore.

„Sei tagliato fuori dal mondo“, gli dico, „il tuo aggeggio multimediale da 315 Euro non vale niente rispetto al mio talkphone da 19,90 Euro. Da ora in poi, promettimelo, prima di prendertela con la societa’, la politica, le banche e quant’altri che secondo te avrebbero un disegno perverso finalizzato ad emarginarti, e sottolineo ’prima’, fatti fare dei biglietti da visita e lasciane un esemplare nelle mani di qualsiasi persona con cui entrerai in contatto. E poi gira con un taccuino e una penna e a chiunque incontrerai chiedi almeno il numero di telefono e quello di telefonino. E lascia il tuo. Taccuino e penna, perche’ non tutti hanno un biglietto da visita ... E poi scrivi, scrivere vuol dire lanciare messaggi verso gli altri; come pretendi che il mondo si accorga di te se tu al mondo non fai neppure sapere che esisti? Te lo dico senza pretendere di trasmetterti una verita’ assoluta ma per invitarti a riflettere ...“

 

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8 novembre 2013 5 08 /11 /novembre /2013 18:10

Adesso guardate questo film del 1960, "Ljubav i moda" (Amore e moda), e scoprirete ancora una volta verso dove la Jugoslavia di allora guardava. Non impegnatevi a seguire tutto il film.

La sigla (e lo scooter) rivelano molto. Fra loro si chiamano "compagni", ma tutto il resto non ha niente di socialista. Il direttore dell'industria di abbigliamento ("compagno direttore") scommette sulla moda (anzi sulla "jugo-moda"),  sulla concorrenza e su tante altre altre cose poco "socialiste". Ci credono in pochi, ma ...

https://www.youtube.com/watch?v=n8TKiZ0UKWo ... 

 

https://www.youtube.com/watch?v=n8TKiZ0UKWo



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8 novembre 2013 5 08 /11 /novembre /2013 18:02
Storia della Jugoslavia attraverso i suoi film.
PRIMA PUNTATA - Qui Beba Loncar e Miha Bahor (entrambi bellissimi) in "Dvoje" (come dire i due, la coppia, ...), un film del 1961 di Aleksandar Petrović. Nella Belgrado degli anni Sessanta, ufficialmente capitale del movimento dei non allineati (ne' con Mosca ne' con Washington), ma con il cuore a ovest, anzi a Sud ... . Guardate questi sfondi e poi ditemi se non vi sembra che ritraggano Roma (anzi piu' Milano) di quegli stessi anni ... https://www.youtube.com/watch?v=EhDs_nxXRPM P.S.: non e' necessario capire la lingua per capire il senso ...
Mai detto abbastanza: Italia e Jugoslavia (oggi direi "Jugoslavie") si assomigliano molto ...
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20 octobre 2013 7 20 /10 /octobre /2013 06:56
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20 octobre 2013 7 20 /10 /octobre /2013 06:52
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13 octobre 2013 7 13 /10 /octobre /2013 17:51
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Latitudini &Amp; Longitudini

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