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5 mai 2010 3 05 /05 /mai /2010 19:46

Molti di voi ci arriveranno in macchina, dall’autostrada che viene da Vienna. Cosi’ capito’ a me la prima volta. Cosi’ e’ capitato a me tante volte in seguito anche se piu’ tardi si trattava solo di tornare a quella che temporaneamente era la mia casa. Appena in citta’ seguite l’indicazione per Erzsebet Hid (Ponte Elisabetta). Sarete ad un semaforo, li’ girate a destra. Siete a Buda e a qualche centinaio di metri da  quel semaforo potra’ mancarvi il respiro: sotto di voi, a sinistra, vedrete il Danubio, i ponti, oltre il fiume i palazzi liberty di Pest (qui il liberty e’ chiamato „Secessione“). Se siete sensibili, e se e’ sera e le luci della citta’ sono tutte accese, per sostenere questo spettacolo emotivamente forte non fareste male a prendere un calmante. L’ingresso a Pest, dopo il ponte, e’ impressionante. Penso che architetture come quelle dei due palazzi Christina, uno a destra l’altro a sinistra del viale che state imboccando, le potrete trovare solo a Parigi o a Buenos Aires. Ora siete a Pest, prototipo della citta’ europea piu’ moderna fino alla prima guerra mondiale. Pest, citta’ costruita con i quattrini dei ricchi borghesi della belle époque e con il lavoro di scalpellini e muratori. Il primo incrocio importante e’ con il Kis Korut, la circonvallazione interna. Potreste girare a sinistra e trovarvi sulla destra la Sinagoga grande, la piu’ grande del mondo dopo quella di New York, ma la svolta a sinistra e’ vietata. Girate a destra. Dopo pochi metri vedrete il museo nazionale. E via fino in fondo, dove c’e’ Kalvin ter (piazza Calvino) e poi sulla sinistra il mercato centrale. Non lo descrivo, ma andateci. Oggi in tutto il mondo abbiamo i mall; il mercato centrale, sostenuto da una struttura in ferro all’avanguardia, e’ un mall ante litteram. Se andate avanti vi ritroverete ad attraversare di nuovo il Danubio, questa volta sul ponte di ferro Szabadsag Hid per poi trovarvi in zona Buda, davanti all’Hotel Gellert, dove sono le terme. Se alle terme non ci passate una giornata allora vuol dire che non vi volete abbastanza bene.

Potrei portarvi per mano in ogni punto di questa citta’. Non posso farlo perche’ sto scrivendo per uno spazio web e dello spazio non posso abusare piu’ di tanto. Di questa citta’ duale io amo Pest molto piu’ di Buda. Pest ha la piu’ antica metropolitana d’Europa, o almeno dell’Europa Continentale. Era illuminata con la luce elettrica quando altre metropoli neanche sognavano di esserlo. Potrei portarvi a vedere palazzi stupendi feriti dalla guerra e poi dai colpi dei carrarmati sovietici durante l’insurrezione del 1956. Potrei portarvi all’opera. Potrei portarvi a passeggiare sul viale Andrassy. Dovrei portarvi lungo il Danubio, magari di sera, magari in piazza Roosvelt, di fronte al ponte delle catene, illuminato e con vista sulla collina del centro storico di Buda.

I turisti amano Vaci utca, una Montenapoleone budapestina. Piaceva anche a Gorbaciov quando ci passeggio’ negli anni della Perestrojka. A me non piace. Preferisco il Nagy Korut, la circonvallazione grande, dove i negozi sono piu’ autentici. I giovani invece amano i centri commerciali come Mamut in piazza Mosca (Moskva ter) o come il West End. Io no.

Piazza Ferenc Liszt (Liszt Ferenc ter) e’ l’epicentro della vita notturna. E’ vicina all’Ottagono (Oktogon), epicentro della vita notturna negli anni trenta, quando Budapest stava alla Mitteleuropa come Parigi all’Europa Occidentale.

Vorrei portarvi sull’isola Margherita. Se in stagione, anche al Sziget Fesztival: Woodstock si puo’ replicare anche nel ventunesimo secolo perche’ il rock ha una capacita’ di attrarre gente da tutto il mondo come nessun altro genere e’ capace di fare. Vorrei portarvi anche piu’ lontano, fino al Balaton, non sulla riva Sud ma su quella Nord, soprattutto a Tihany e poi nell’interno. Perche’ l’Ungheria non e’ solo Budapest. Sopron per esempio, a settanta chilometri da Vienna, vale un viaggio e pazienza per l’invasione di attempati austriaci che ci vengono per cure dentarie a prezzi competitivi. Potrei allora portarvi anche a Godollo, la Versailles ungherese. Piu’ in la’ no, perche’ il tempo a disposizione, come lo spazio su queste pagine, non basterebbe.

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