Grande superficie, come si dice, cioe' supermercato e oltre. Il piazzale a parcheggio e' strapieno e io penso: buon
segno questo, la crisi e' finita o sta finendo. Poi entro nel supermercato, compro quello che mi ero segnato di comprare e alla cassa butto l'occhio sui carrelli degli altri (dei piu') Sono
presso che vuoti, la gente e' evidentemente venuta qui per guardare piuttosto che per comprare. Un nuovo modo per partecipare al rito delle feste: dal consumismo che non ci si puo' piu'
permetttere al voyeurismo che costa poco o niente, tanto quanto costa comprare una confezione di biscotti di fattura industriale, un flaconcino di detersivo per lavare i piatti a mano, due
scatole di pelati, un fardello di acqua purificata, il pane, birra delle peggiori e per strafare mezzo chilo di carne tritata. Questo e' il contenuto del carrello-tipo della classe media e della
superstite classe operaia ormai. I soli carrelli pieni sono infarciti di delikatessen delle piu' improbabili. Sono quelli di agiate coppie di "giovane mezza eta'", vestite fashion e con un
bambino al seguito (solo uno). Per i ricchi la crisi non esiste e, tutto sommato, mi verrebbe da dire "meno male che il ricco c'e'" se non fosse che le delikatessen che compra sono tutte
d'importazione (non ci vuole molto a capire la provenienza geografica di quello che vedo nei carrelli) e che a parte quelli di pochi magazzinieri e contabili, di posti di lavoro e di redditi,
carrelli come quelli non ne creano. Piuttosto ne distruggono, il gioco e' a somma negativa ...
Le nostre societa' (mi riferisco a quelle dei Paesi mediterranei e alla Francia) assomigliano a come lo erano negli
anni Cinquanta del secolo scorso: pochi ricchi, molti poveri. Con la differenza che il numero di poveri allora col tempo diminuiva, mentre oggi aumenta. Con la differenza che in quegli anni la
gente aveva in maggioranza fiducia nel futuro, tanto da comprare di tutto firmando cambiali senza troppo pensarci, sapendo che la crescita economica avrebbe offerto opportunita' e permesso di
onorarle ... Oggi no, non e' cosi'